Abbiamo già introdotto, all’inizio, il termine ‘mistero’. Scendiamo nel particolare dicendo che nel medioevo una rappresentazione scenica in lingua volgare di un soggetto sacro era chiamata ‘mistero’. Nei riti settennali ogni scena di soggetto sacro è muta il solo linguaggio usato è la mimica.
Il termine Mystery Plays e il termine Miracle plays (comunemente tradotti in italiano come Misteri e Miracoli) erano forme di drammatizzazione a carattere religioso che nacquero in Gran Bretagna nel Basso medioevo: la forma drammatica prevedeva l’utilizzo del verso e della lingua volgare.
I Mystery plays nacquero come forma rappresentativa degli avvenimenti biblici narrati nelle Sacre Scritture della religione cattolica. Soppresso l’istituto teatrale dopo la caduta dell’Impero Romano, la Chiesa rimase unica detentrice dell’attività dell’intrattenimento, esclusa l’opera dei giullari di corte e delle feste popolari. Le prime testimonianze di “drammatizzazione” della Bibbia sono limitate esclusivamente alla rappresentazione, in ambito liturgico, di alcuni avvenimenti della vita di Gesù. Si tratta dell’inserimento nella liturgia ecclesiastica di brevi dialoghi cantati alternativamente dal celebrante e dal coro o da due parti distinte del coro. La progressiva evoluzione dell’interpretazione portò alla nascita dei Misteri, il cui intento era appunto la presentazione, fuori dalle mura della chiesa, di un avvenimento biblico per portarlo a conoscenza dei fedeli tramite la rivisitazione in chiave prettamente teatrale. Ogni mistero, composto di più episodi, era portato in scena da più corporazioni, ognuna delle quali lavorava alla preparazione scenica dell’episodio affidatole.
Se vogliamo il meccanismo dei riti, si sviluppa su questa rappresentazione base, che come una cellula si moltiplica nel rione di appartenenza e poi si amplia e la ritroviamo nei quattro rioni di Guardia. E’ così anche per il ‘mistero’ più discusso ed eclatante quello dei ‘battenti a sangue’ che, di fatto, è uno dei tanti ‘misteri’ e precisamente quello di San Girolamo penitente rappresentato dal Rione Croce.
I ‘misteri’ sono quadri viventi, rappresentazioni simboliche mutuate delle sacre scritture, vite dei santi, storia della chiesa, dogmi di fede … un susseguirsi quasi interminabile di personaggi che camminano conservando pose e atteggiamenti che meglio caratterizzano il senso collettivo della scena interpretata. Sono ben oltre cento complessivamente le rappresentazioni statiche di tipo teatrale. I misteri sono interpretati da uomini e donne, adulti e bambini, che conservano nel percorso processionale staticità, fissità e mutismo nell’interpretazione e nelle pose. Queste ultime, spesso, sono faticose e complicate da rappresentare e gestire … ecco, quindi, Giovanna d’Arco legata a un tronco sul rogo con gli occhi rivolti al cielo … o Costantino che all’apparizione della croce, camminare a ritroso con le braccia alzate …Ciascun mistero è preceduto da un’insegna comunemente portata dai più piccoli … un angelo, una verginella o un paggio che in modo composto e assorto innalza l’insegna che reca la sintetica scritta del mistero rappresentato. Tra un mistero e l’altro, per sottolineare lo ‘stacco’ e preparare lo spettatore a quello successivo, trovano spazio e sistemazione uomini e donne appartenenti al Rione che procedono pregando e recitando litanie e che hanno anche il compito, non secondario, di guidare, sostenere e gestire gli interpreti del mistero. Ogni mistero è pensato, preparato e organizzato con molta meticolosità curando i particolari: che vanno dal vestiario agli accessori, dalle pose agli interpreti. Questi ultimi sono scelti con molta accortezza … più che altro con criteri legati alla somiglianza e all’aderenza al personaggio da interpretare. I Comitati rionali, che gestiscono questa fase, si servono dell’interpretazione della gente guardiese ma anche di persone provenienti dall’intera Valle telesina, d’ogni ceto e cultura. Nelle Processioni di ‘penitenza’ l’ultimo mistero del rione richiama fortemente il concetto di penitenza, infatti, il rione Croce rappresenta San Girolamo penitente, il rione Portella Santa Margherita da Cortona, il rione Fontanella, il bestemmiatore lapidato, e infine il rione Piazza, la Maddalena penitente. Chiudono il corteo processionale di penitenza i disciplinanti.
* Per meglio descrivere la ‘sequenza’ organizzativa tra misteri ho immaginato uno sviluppo planimetrico che meglio aiuta nella lettura e nella sequenza organizzativa.