Sono cinque i ‘deputati ‘ (così sono chiamati i componenti d’ogni rione) che formano il ’comitato rionale’ e, i quattro comitati insieme, formano il ‘comitato dei Riti settennali’. Le riunioni preliminari, tra i rioni, iniziano circa un anno prima e servono per definire tutti i momenti che sono di competenza comune e che interessano la organizzazione generale della manifestazione. Il comitato rionale, invece, ha il compito di organizzare, pianificare e finanziare la manifestazione rionale. In particolare il comitato cura nei minimi dettagli l’organizzazione dei misteri, i costumi che lo compongono, le attrezzature e i figuranti che lo rappresentano; in generale, si occupa di tutto quanto attiene all’organizzazione materiale. Il Sindaco è coinvolto per quanto attiene la organizzazione pratica e logistica della manifestazione, quest’ultimo conserva il privilegio di aprire e chiudere la lastra della nicchia dell’Assunta insieme al più anziano tra i membri dei comitati rionali ed al Parroco.

In passato, c’è anche da dire, che il comitato rionale aveva un ruolo d’assoluto rilievo; infatti, tra i cinque deputati era riconosciuta la leaderschip al più rappresentativo tra i membri che aveva il compito di coordinare il comitato del proprio rione, gestire la contabilità e curare i rapporti organizzativi con gli altri rioni.
Con questa composizione bastava una semplice riunione di quattro persone per prendere decisioni e mettere in moto la complessa macchina organizzativa dei riti settennali. Sia il lavoro organizzativo che la raccolta dei fondi venivano ripartiti e distribuiti nell’intero arco dei sette anni.
Con questa stessa struttura, fino ad arrivare ai primi anni del 1950, il comitato rionale assolveva anche funzioni politico-organizzative di tipo generale, non legato esclusivamente alla realizzazione dei riti, ma era il primo nucleo riconosciuto ed organizzato per interpretare le richieste del cittadino e coinvolgerlo in scelte che riguardavano l’intera comunità guardiese (quello che oggi chiamiamo comitato di quartiere). Tra ‘deputati’ e cittadini del rione vi era un rapporto fondato sul coinvolgimento, partecipazione e presenza per raccogliere richieste e suggerimenti (è questa, infatti, una delle chiavi di lettura per capire la riuscita dei meccanismi della complessa struttura organizzativa dei riti settennali)