Ieri, come dal 1982, in occasione dei Riti, ho trascorso l’intera giornata a Guardia. E, spentasi la voce degli antropologi, dei sociologi, degli psicologi e degli storici da diporto, ritengo che, più che attendersi delle risposte, il rituale ponga una serie non semplice di domande. Intanto i meno superficiali hanno potuto conoscere figure ed eventi veterotestamentari, oramai dimenticati anche dai fedeli più assidui; fermarsi a pensare, per qualche momento, sulle vicende del Cristo; scoprire una lunga teoria di santi, da Tarcisio fino a Edith Stein. Sul senso di tutto questo, si potrà dire tutto e il suo contrario.
La gentilissima amica che mi ha ospitato mi ha chiesto di aiutarla a passare le sue bottiglie di vino agli assistenti dei battenti, o di versare, se il caso, io stesso alcune gocce sulle loro spugnette. Cosa che ho fatto con grande rispetto.
A sera il ritorno a casa non è mai semplice. E non mi riferisco alla difficoltà delle navette. Nella testa rimbomba la voce straordinaria di Giovannina che intona le litanie lauretane, la vera colonna sonora dei riti.
A margine una richiesta. Si lasci da parte, se possibile, l’aggettivo “medievale”. Ci sono ottime ragioni per dimostrare che, probabilmente, il “vero” Medioevo è il nostro tempo.
Amerigo Ciervo