Nella rete ogni giorno più ampia ed intricata del web, con sempre maggiore frequenza, capita di assistere alla comparsa di spazi digitali dedicati a feste e tradizioni del patrimonio culturale, nel tentativo di “aprire al pubblico”, a chi non vive in quel contesto, attraverso l’accessibilità e l’immediatezza tipiche del mezzo informatico. Contesti che altrimenti sembrerebbero “chiusi” nella loro funzione di specchi identitari di singole comunità, dunque, molto spesso, poco comprensibili agli occhi di chi li osserva dall’esterno. Di questo tentativo di “digitalizzazione” all’insegna della pubblica fruizione, all’interno di quel panorama che potrebbe definirsi etno-web, fanno parte tutti quei siti volti a descrivere, spiegare, illustrare, diffondere le espressioni dell’identità culturale, di cui – come ben sappiamo – fanno immancabilmente parte anche i riti settennali per l’Assunta di Guardia Sanframondi.
Oltre ai domini ritisettennali.it e santuarioassunta.com, sito, quest’ultimo, della basilica parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Filippo Neri di Guardia, il motore di ricerca propone fra i primi risultati ritisettennali.org di Giovanni e Osvaldo Lombardi, sito non-ufficiale dei Riti Settennali, ma sicuramente fra i più curati e consistenti in rete.
Ritisettennali.org nasce, come si legge dalla premessa lasciata da Giovanni Lombardi all’interno del sito, con l’intento di «spiegare e descrivere i complessi elementi di questa particolarissima manifestazione religiosa», per colmare quindi una certa disinformazione o, piuttosto, “imprecisione” che, come spesso accade, accompagna quelle masse turistiche che per la prima volta si affacciano all’incredibile e complesso panorama guardiese, in quella parentesi temporale sacra che, ogni sette anni, ha inizio dal primo lunedì successivo il quindici agosto per poi protrarsi fino alla domenica seguente.
Durante il nostro incontro con Giovanni Lombardi (2017: 1), scopriamo che questa è solo la prima di ancor più profonde motivazioni che, nel lontano 2006, indirizzarono l’autore all’apertura del sito:
Ero a piazza San Filippo – premetto che non ho mai avuto coinvolgimenti specifici nei riti, non ho mai partecipato, sono solo un cittadino di Guardia – e nel vedere questo interesse in piazza il giorno dell’apertura delle lastre, vedere quelle persone incuriosite, che si guardavano intorno, che non avevano beccato il giorno giusto – lo scrivo anche in un passaggio della premessa – vedevo una situazione un po’ caotica… mi sono chiesto perché non descrivere invece una situazione corretta, codificata: ancora adesso non c’è un sito ufficiale che preveda una scansione della tempistica, dell’organizzazione, delle componenti (del rito) ecc.
Quindi questo progetto è nato con questa motivazione – se volete – banale: quella di mettere insieme quanto più materiale possibile e costruire un contenitore. Poi gli ho dato una mia chiave di lettura, che non si discosta molto da ciò che sono effettivamente i riti: ho inserito una serie di “intuizioni”, come per esempio il fatto di parlare delle chiese dei riti. Fino a quel punto non se n’era mai parlato. (…) Come pure ho inserito la planimetria del loro svolgimento, che spiega, ad esempio, in che sequenza si svolge la processione di penitenza: molti infatti fanno fatica a capire che i battenti “seguono” la statua, ma in realtà la anticipano notevolmente. Questa è una faccenda che è nel DNA di chi è di Guardia, ma non è per niente banale, per cui dare delle indicazioni di questa sorta era d’uopo per costruire questo contenitore. Poi ho collaborato con i componenti dei rioni, dicendo loro “il contenitore è vuoto, datemi del materiale da inserire!”.
Costruire un contenitore, mettere insieme informazioni, “codificarle”, questo è il progetto ritisettennali.org: la volontà di costruire un luogo della memoria, uno spazio digitale nella novella rete dell’etnoweb, che tenga traccia non solo del passato, ma anche di un presente in continua trasformazione. E aggiunge:
(…) mettere in piedi un lavoro di riunione di tutto questo materiale, altrimenti nel tempo potremmo perdere pezzi importanti – come i percorsi, le variazioni, le organizzazioni – di questo rito, perché non le teniamo archiviate, codificate, nessuno ne ha scritto o se ne ricorda (ibidem).
Complessivamente il sito appare ben strutturato: una serie di sezioni diverse offrono al visitatore la possibilità di navigare entro uno schema immediato e accessibile, nel tentativo di semplificare, attraverso spiegazioni brevi ma esaustive, non solo una visione quanto più chiara e contestualizzata dei riti settennali di Guardia Sanframondi, ma anche del suo ricco ventaglio di simboli e protagonisti, oltre che dei luoghi e della sua storia. Dunque, non si propone solo di essere luogo di memoria del rito, ma veste anche i panni di piccola guida digitale, un vademecum dal quale si può facilmente attingere a preziose informazioni – in parte riproposte nel volume Ritisettennali dello stesso Lombardi (2016), acquistabile in formato cartaceo ed e-book all’interno del sito – a partire da quelle calendaristiche, indispensabili non solo a tutti coloro che per la prima volta si apprestano al contesto guardiese e ai suoi rituali, ma anche rievocativo per chi, a causa dello svolgersi a cadenza settennale dell’evento, possa averne perso memoria: non a caso la homepage si apre con un’agenda dettagliata e aggiornata degli appuntamenti in vista dei riti per l’Assunta, dalla prima processione di penitenza del rione Croce fino a quella generale della domenica.
Oltre al calendario dei riti, ciò che più colpisce della homepage, in quanto fortemente protagonista del layout grafico scelto dall’autore del sito, è la componente fotografica: una serie di foto scattate dallo stesso G. Lombardi scorrono dalla prima occhiata in un apposito slider catturando subito l’attenzione del visitatore e offrendo già una prima visione del rito. Un filtro a gradiente cromatico veicola lo sguardo su alcuni elementi sacri, come il crocifisso stretto nella mano di un flagellante, o il momento particolare di una delle processioni dei figuranti, conferendo inoltre profondità all’immagine; il bianconero sembra invece immortalare i soggetti in una dimensione sacra e senza tempo.
Ma la componente fotografica si fa presto fil rouge del sito, accompagnando l’osservatore all’interno di ogni singola sezione e rispettando, fra l’altro, quella stessa scelta grafica di postproduzione basata su una contrapposizione fra macchie di colore: ecco infatti una veduta della valle telesina che introduce alla pagina “Il territorio e la sua storia”, selezionabile dal menù a tendina nella rispettiva sezione “I luoghi dei riti”; l’acciottolato delle strade incorniciato dalle case si palesa in diversi scorci di paese all’interno delle pagine dedicate alla località e al suo centro storico; le alte mura di pietra dell’antico castello ne illustrano l’omonima sezione; lo stesso avviene per i sei storici luoghi sacri di Guardia: le chiese di San Rocco, San Sebastiano, San Leonardo, S. Maria SS. Annunziata – o Ave Gratia Plena – il Santuario e il vecchio convento di San Francesco.
Così, di pagina in pagina, viene offerta al visitatore la possibilità di osservare comodamente dal proprio dispositivo un consistente corredo fotografico che bene assolve alla funzione illustrativa del complesso scenario della località e della ritualità guardiese descritti in ciascun articolo.
Particolare attenzione è rivolta proprio alle sezioni dedicate alla ritualità, rispettivamente intitolate “Componenti”, “Simboli”, e “Protagonisti” dei riti: tre ricchi elenchi di permalink indirizzano ad una larga selezione di articoli relativi, ad esempio, alla descrizione delle diverse fasi del rito, o all’organizzazione dei diversi comitati rionali. Anche in queste sezioni, infatti, trovano largo spazio numerose schede descrittive, come sempre accompagnate da foto.
All’interno della prima sezione troviamo ben dieci articoli, relativi ai comitati e alle processioni rionali, dunque ai misteri e ai disciplinanti, alla processione del clero e alle fasi di apertura e chiusura della “lastra” contenente la statua dell’Assunta, alla processione generale e ai battenti e, infine, alle offerte votive della comunità.
La seconda sezione racconta invece, nello specifico, gli oggetti del rito: la celebre “spugna”, la “disciplina”, i campanelli e gli stendardi, la statua lignea della Madonna e i cori rionali.
Negli anni, dal 2006, il sito si arricchisce sempre di più, con curiosità non pressata dalla fretta – che è cattiva consigliera. Ora sto lavorando ad esempio sul cosiddetto quarto elemento sonoro del rito: il colpo di cannone sparato dal castello, all’uscita della statua. È un suono importante, perché tutti capiscono cosa è successo. Ho addirittura scoperto che ce ne vogliono due, nel caso uno dovesse far cilecca. Il mio è un percorso in divenire: anche il mio libro verrà arricchito della sequenza 2017.
racconta Giovanni Lombardi (2017: 1) nel corso del nostro colloquio.
Infine, l’ultima sezione è dedicata ad una breve descrizione dei quattro rioni principali di Guardia: Croce, Portella, Fontanella e Piazza.
Sono inoltre presenti interessanti collegamenti a diverse altre estensioni del sito: una sezione blog su WordPress curata dallo stesso G. Lombardi e prontamente aggiornata, una sezione fotografica d’epoca che offre più di uno sguardo al passato dei riti settennali, una pagina relativa alle diverse proposte grafiche per i manifesti che accompagnarono i riti degli anni precedenti. Presente è anche una sezione dedicata alla bibliografia, ai manoscritti e alle tesi di laurea che hanno per oggetto Guardia Sanframondi e la sua religiosità.
Di particolare interesse la sezione dedicata all’introduzione dei riti settennali nel patrimonio immateriale dell’UNESCO, accompagnata dalla possibilità di firmare una petizione. Questo punto ci riporta, inevitabilmente, ad una serie di questioni legate ai meccanismi intrinseci della patrimonializzazione – quell’insieme di dinamiche che determinano l’attribuzione di un valore globale a dimensioni naturalmente più chiuse e locali, di cui i riti per l’Assunta si fanno esempio calzante – che si attivano soprattutto alla luce di quelle modalità di conferimento del giusto “valore culturale”, attribuibile per l’ottenimento del riconoscimento di “bene da tutelare” in quanto appartenente al patrimonio dell’umanità, dunque di pubblico interesse. In queste dinamiche si inseriscono anche gli spazi digitali, portali indispensabili – come già detto – alla diffusione di informazioni e alle diverse relazioni con coloro che non appartengono al contesto: ritisettennali.org, pur non godendo del riconoscimento di “sito ufficiale” della manifestazione religiosa guardiese, è quello che – paradossalmente – più si avvicina a quegli stessi obiettivi. Spiega Lombardi (2017: 3):
In passato questa manifestazione era autosufficiente: le chiese – i luoghi dei riti – erano i contenitori ufficiali, si pensi quanta poca gente c’era, che si poteva fare la manifestazione a San Rocco. Si pensi invece oggi ad andare a San Rocco, quanta gente ci sta: gli spazi si sono dilatati. Molti guardiesi mi dicono di non aver mai visto l’apertura delle lastre perché non riescono ad entrare in chiesa. Ed è questo il contraltare della proposta UNESCO, o delle altre manifestazioni dell’apertura. (…) Ed è una scelta fondamentale, perché se ti apri, benissimo: l’apertura impone una serie di operazioni fatte scientificamente dove tu offri, proponi questa manifestazione.
Di qui, dunque, ecco come di fronte alle volontà proprie di questa “apertura” verso l’esterno e della relazione con l’alterità – che sono anche la chiave dell’UNESCO – non bisogni sottovalutare l’importanza di un portale ufficiale riconosciuto, che sia in grado – come del resto già avviene sul sito del Lombardi – allo stesso tempo di fungere da contenitore di memoria, vetrina sociale digitale e primo punto di contatto col pubblico.
Tornando agli aspetti organizzativi del sito, si propone anche una sezione Download con la possibilità di scaricare diversi materiali, di cui molti messi a disposizione dallo stesso G. Lombardi, come ad esempio le planimetrie del centro abitato di Guardia e del suo sviluppo urbanistico, delle diverse chiese del paese, oppure dei percorsi delle processioni rionali.
A chiudere il cerchio vi sono infine le estensioni social del sito, curate dall’autore con una certa sporadicità, per «non essere troppo invadente o martellante»:
Esiste quindi anche una sezione ‘social’, coltivata però con maniera per niente ossessiva: ogni tanto vi faccio una puntatina per dare degli stimoli, per diffondere i post che pubblico, perché da lì poi può estendersi nella rete (Lombardi 2017: 2).
Vi è quindi, oltre al blog su WordPress, una pagina Facebook, uno spazio fotografico su Flickr e un canale Youtube. Quest’ultimo propone una serie di video di breve durata (circa quattro minuti) montati dallo stesso G. Lombardi ad ulteriore corredo delle diverse sezioni del sito: per esempio, per quanto riguarda la sezione dedicata ai diversi luoghi sacri del paese, vi è per ciascuna chiesa un corrispettivo taglio filmico che ne presenta le immagini.
Per quanto concerne il volume Ritisettennali – pubblicato dal Lombardi (2016) tramite la piattaforma di pubblicazione e marketing autonomo Blurb, di cui abbiamo già detto precedentemente – l’autore ne parla come di un oggetto a compendio dell’intero lavoro digitale:
È nato prima il sito, poi l’esigenza di avere sia un libro cartaceo che un e-book, molto più abbordabile. La pubblicazione è importante da un punto di vista tattile, è molto costosa, ma io non ho esigenza di vendere: il volume dà infatti corpo a qualcosa che è piuttosto aereo, è un riunire le fotografie e le immagini da me scattate e raccolte. Ci sono molte cose che non sono presenti nel sito, come grafici e planimetrie. Per me è importante costruire questo libro in un continuo divenire: qui aggiungerò la sezione 2017 rieditando tutto il testo. Un testo che metto a compendio di tutto questo lavoro (Lombardi 2017: 2).
Questo lavoro in “continuo divenire” fatto di raccolta, conservazione, distribuzione di informazioni svolto da G. Lombardi – e che si traduce, dunque, non solo in un consistente volume, ma soprattutto in uno fra i siti più completi e rappresentativi della celebre manifestazione religiosa guardiese – corrisponde ad un primo passo in quel panorama più ampio fatto di scelte, alla cui base si presentano quelle dinamiche “di apertura” di un contesto comunitario in relazione con l’alterità, che – unitamente con le altre manifestazioni di questa volontà – va a comporre quell’insieme di meccanismi di attribuzione del senso, nel tentativo di legittimare quell’unicità che è tipica di un’espressione culturale comunitaria quale quella di Guardia Sanframondi e dei suoi Riti Settennali, intorno ai quali tutti rivestono un ruolo. Del resto, come affermato al termine della nostra conversazione dallo stesso Lombardi (2017: 2), «c’è chi fa l’angioletto, chi il battente … e c’è pure chi è chiamato a scrivere e a mettere insieme delle cose. Può essere che sia un progetto divino anche questo!».
Aotore: Marialidia Sarno.
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Capitolo tratto dal libro: Il tempo dell’Assunta riti,immagini e storie a Guardia Sanframondi a cura di Vincenzo Esposito Oèdipus Salerno 2017 autrice Marialidia Sarno pag. 228/233 – Capitolo 9
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Bibliografia
Lombardi, Giovanni, 2016, Ritisettennali. Il racconto e le immagini di una delle manifestazioni religiose più particolari, originali e discusse al mondo, Blurb, London – San Francisco. [Anche e-book http://it.blurb.com/b/7638398-ritisettennali?ebook=608099].
Lombardi, Giovanni, 2017, Intervista sul sito ritisettennali.org – Benevento 29 maggio, a cura di Vincenzo Esposito e Marialdia Sarno, trascrizione dattiloscritta, ADA-Archivio Demoantropologico Audiovisivo – Dispac, Università degli Studi di Salerno.
Sitografia
- www.comuneguardiasanframondi.gov.it/index.php?option=com_content&view=category&id=77&Itemid=118
- www.ritisettennali.it
- www.ritisettennali.org
- www.santuarioassunta.com